L’analisi del mercato del lavoro in Italia (gennaio 2022), redatta congiuntamente dal Ministero del Lavoro, ANPAL e Banca d’Italia.
Dai dati del 2021 emerge, principalmente, il proseguire del recupero dell’occupazione dipendente, la crescita le assunzioni a tempo indeterminato e il rialzo del settore delle costruzioni.
RECUPERA L’OCCUPAZIONE DIPENDENTE
L’analisi del mercato del lavoro in Italia all’inizio del 2021 pubblicata da BankItalia, ANPAL e il Ministero del Lavoro dimostra che l’andamento delle posizioni di lavoro alle dipendenze si è rafforzato. Da giugno il numero di contratti attivati è tornato sui livelli prevalenti prima dello scoppio della pandemia.
Negli ultimi mesi dell’anno, ha quasi raggiunto il sentiero di crescita che si sarebbe registrato se l’evoluzione della domanda di lavoro si fosse mantenuta, anche durante l’emergenza sanitaria, sugli stessi ritmi del periodo 2018 2019. Nel complesso del 2020-21 sono stati infatti attivati, al netto delle cessazioni, circa 560.000 nuovi posti di lavoro alle dipendenze, rispetto ai 605.000 del biennio precedente.
La dinamica beneficia tuttavia del basso numero di cessazioni, ancora contenuto dal ricorso diffuso agli strumenti emergenziali d’integrazione salariale, di cui è previsto il graduale superamento nel 2022.
CRESCONO LE ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO: IL TREND 2022
Alla fine dell’anno, secondo le analisi, nel mercato del lavoro in Italia si è rafforzata la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato. Nell’anno 2021 concluso la creazione di posti di lavoro è stata sostenuta soprattutto dai contratti a tempo determinato (365.000 su circa 597.000 posti di lavoro). Agli andamenti complessivi del 2022 contribuirà pure la capacità del sistema produttivo di preservare tali posizioni, molte delle quali sono giunte a scadenza il 31 dicembre del 2021.
Anche il saldo delle posizioni permanenti è cresciuto, seppur a ritmi più moderati.
Nel primo semestre, a fronte della debolezza delle attivazioni, il miglioramento è stato determinato esclusivamente dal numero contenuto di cessazioni. Nella seconda parte dell’anno, invece, alla dinamica dell’occupazione di tipo stabile ha contribuito anche la ripresa delle assunzioni e delle trasformazioni. In autunno hanno superato i livelli pre-pandemici. Da luglio l’incremento delle dimissioni ha sospinto il numero delle cessazioni.
I LICENZIAMENTI: I DATI DEL MERCATO DEL LAVORO PER L’INIZIO 2022
I licenziamenti, secondo il report del mercato del lavoro in Italia sono rimasti su livelli mediamente modesti. Parliamo di 27.000 contratti cessati ogni mese con questa causale nella media del 2021, circa il 40% in meno rispetto al 2019. Gli incrementi registrati nei mesi immediatamente successivi alla rimozione dei vari blocchi (ovvero il 30 giugno per l’industria, a eccezione del comparto tessile e dell’abbigliamento e il 31 ottobre per tutti gli altri comparti) appaiono avere natura temporanea e verosimilmente riflettono esuberi già previsti nei mesi precedenti.
I SETTORI IN CRESCITA
DIVARIO DI GENERE NEL MERCATO DEL LAVORO ITALIANO
La ripresa del 2021 nel mercato del lavoro in Italia ha favorito l’occupazione maschile, tornata sul sentiero di crescita del 2018 2019. Rimangono ancora ampi i margini di recupero per quella femminile il cui andamento mostrava segnali di relativa debolezza già prima dell’emergenza sanitaria. Le lavoratrici continuano, inoltre a essere penalizzate da una minore domanda di lavoro di tipo permanente. Nonostante rappresentino circa il 42% della forza lavoro, incidono solo per un terzo sul saldo delle posizioni a tempo indeterminato. Per curiosità vi invitiamo a leggere l’approfondimento dedicato alla nuova legge sulla parità salariale.
LA SPINTA ALL’OCCUPAZIONE DEL CENTRO NORD
LA DISPONIBILITÀ AL LAVORO, IL TREND 2022
In Italia, dal punto di vista amministrativo, la condizione di disoccupato è attestata dalla Dichiarazione d’Immediata Disponibilità al lavoro (DID). Il documento, che può essere rilasciato online o in presenza presso uno dei Centri per l’Impiego (CPI), è necessario per accedere ai servizi pubblici di reinserimento nel mercato del lavoro offerti dai CPI o ad alcune prestazioni di sostegno al reddito, come le indennità di disoccupazione (NASpI, DIS-COLL) e di recente il Reddito di Cittadinanza (RdC). L’uscita, temporanea o definitiva, dalla condizione di disoccupazione amministrativa coincide con la sospensione o la revoca della DID, che avviene in caso di nuovo impiego di durata rispettivamente inferiore o almeno pari a sei mesi. Stando all’analisi di BankItalia, ANPAL e il Ministero del Lavoro, nel 2021, tra il 1° gennaio e il 30 novembre 2021 il numero di disoccupati amministrativi si è ridotto di circa 356.000 unità. Un trend che dovrebbe essere confermato nel 2022. Vi erano state solo una riduzione di -57.000 nel 2019 e -37.000 nel 2020. L’entità del calo riflette in parte il riassorbimento di lavoratori precedentemente usciti dal mercato del lavoro. Ma, soprattutto riflette il minore numero di persone che sono entrate nello stato di disoccupazione per la prima volta.